Don Antonio Spalatro - sfondi

Gruppo di catechiste

Don Antonio Spalatro - gallery

Testimonianza di Vittoria Del Giudice, catechista presso la parrocchia SS. Sacramento ai tempi di don Antonio

Cinquant’anni sono passati dalla morte di don Antonio Spalatro, ma nella mia mente e nel mio cuore il ricordo è sempre vivo. Spesso rievoco quei pochi anni, che definisco i più belli della mia vita sia dal lato spirituale che da quello del mio totale abbandono all’apostolato come membro di Azione Cattolica e come catechista. 

 

Eravamo un gruppo molto unito. Si lavorava in continuazione, perché era bello seguire don Antonio in tutto ciò che ci proponeva, in estate e in inverno: corsi di preparazione come catechisti e poi il continuo susseguirsi di tante iniziative, dal teatro alla catechesi, dalle adunanze ai ritiri spirituali mensili, per cui spesse volte si passava tutta la giornata nei locali della parrocchia con un semplice panino. Era certamente la sua intensa vita spirituale e, oserei dire, la sua santità che ci affascinava e per cui mai eravamo stanche.

 

Quante volte, mentre era inginocchiato, si notavano le sue scarpe bucate, ma i poveri non andavano mai via a mani vuote. E poi la sua terribile malattia che ci vedeva ogni giorno in lacrime, perché le sue condizioni peggioravano. Nei primi giorni di agosto lo mandarono a casa, ormai non c’era più nulla da fare. Il giorno dell’Assunzione, don Mario organizzò una S.Messa in casa e fummo invitate; alla fine ci diede la sua benedizione. Furono momenti indimenticabili. Non andammo più a trovarlo, perché soffriva molto. Ma la mattina del 27 agosto, dopo la S.Messa, con la presidente delle donne di Azione Cattolica, andammo a trovarlo. Forse sentivamo che era la fine. Trovammo sul tavolo sei o sette siringhe che durante la notte gli avevano somministrato. Alla nostra presidente raccomandò la catechesi e a me di continuare le scuole di catechismo. Infine ci diede la benedizione. È indescrivibile quello che sentii dentro di me e che sento ancora oggi nel rievocare quel momento. Solo pochi istanti prima di morire ci raccomandava di lavorare per la salvezza delle anime. Le sue labbra erano strette dalla morsa del dolore, ma il suo viso emanava serenità. Tornammo a casa con tanta tristezza nel cuore, ma anche con tanta gioia. E solo dopo qualche ora suonarono le campane: don Antonio era salito al cielo, era così finita, a soli 28 anni, la sua vita terrena, una vita breve, ma vissuta intensamente per sé e per gli altri. Il suo esempio e il suo ricordo non possono essere dimenticati. Al suono di quelle campane il paese si scosse tutto e si vociferava “è morto un santo sacerdote”, e tale noi ci auguriamo che sarà. Il funerale fu uno spettacolo indescrivibile. Da Manfredonia arrivò tantissima gente. Prega per noi don Antonio e noi continueremo a pregare per la tua santificazione.