Don Antonio Spalatro - sfondi

Cantori in cattedrale

Don Antonio Spalatro - gallery

Testimonianza del maestro Pino Cardella, cantore del gruppo “Pueri Chorales” istituito da don Antonio nella sua parrocchia

Come tutte le mattine, Debora stava salendo gli ultimi scalini che la portavano a scuola, ma quel giorno, dal fondo del lungo corridoio, la vedevo particolarmente esultante. “Maestro, maestro”, quasi urlava, “oggi ti ho portato un bel regalo! Te lo manda mia zia! e sventolava un cartoncino, che mi pareva essere una fotografia. Non mi ero sbagliato! La foto ritraeva un gruppo di ragazzini che cantavano, tutti intorno a un armonium, dietro al quale suonava un sacerdote. Subito il mio cuore si mise a battere all’impazzata, mentre la mia mente, in un baleno, mi riportò indietro di quarant’anni. Mi riconobbi biondo, mingherlino, nella tunica bianca e con al collo il Crocifisso di legno. Sì, era quella la divisa del gruppo dei cantori che don Antonio aveva voluto con tutte le sue forze e che aveva formato con tanta pazienza e bravura. Cantavamo, in gregoriano, tutte le novene di S.Maria di Merino e tutte le altre funzioni liturgiche. Come eravamo orgogliosi di appartenere a quel gruppo! 

 

Riportai gli occhi sulla fotografia e, come per magia, accostati ai volti degli altri cantori, ricordai i loro nomi: Michele, Antonio, Paolo, Nicola, Franco… tutti, insomma, e alcuni dei quali non ho più rivisto. 

 

Come era bella e fervente l’attività parrocchiale che don Antonio aveva instaurato nella sua chiesa! Recite, giochi, gare di ogni genere, proiezioni di filmini, doposcuola, esercizi spirituali e impegno, e il nostro parroco, con il suo carisma, riusciva a tenerci tutti intorno a lui. Ancora oggi, dopo tanti anni, ricordo la sua figura esile muoversi in mezzo a noi, chierichetti e cantori, sempre pronto a guidarci, a pungolarci, a consolarci, a lodarci e a rimproverarci anche. Come fu brutto per me quel giorno in cui mi comunicò che non potevo più far parte del gruppo dei cantori! Mi disse: “Senti Pinuccio, ma perché hai cambiato così presto la tua voce? Ora non è più bianca e quindi non puoi più essere uno del coro!”. Mi vide molto triste, dopo la sua decisione, e allora fu subito pronto a consolarmi: “Non ti preoccupare! Resterai sempre nell’ambito musicale, perché ti insegnerò a suonare l’armonium!”. Ma non fece in tempo! … la morte lo colse molto presto, e fummo in tanti, quel brutto giorno, a piangere la sua dipartita.