Cantori in cattedrale
Come tutte le mattine, Debora stava salendo gli ultimi scalini che la portavano a scuola, ma quel giorno, dal fondo del lungo corridoio, la vedevo particolarmente esultante. “Maestro, maestro”, quasi urlava, “oggi ti ho portato un bel regalo! Te lo manda mia zia! e sventolava un cartoncino, che mi pareva essere una fotografia. Non mi ero sbagliato! La foto ritraeva un gruppo di ragazzini che cantavano, tutti intorno a un armonium, dietro al quale suonava un sacerdote. Subito il mio cuore si mise a battere all’impazzata, mentre la mia mente, in un baleno, mi riportò indietro di quarant’anni. Mi riconobbi biondo, mingherlino, nella tunica bianca e con al collo il Crocifisso di legno. Sì, era quella la divisa del gruppo dei cantori che don Antonio aveva voluto con tutte le sue forze e che aveva formato con tanta pazienza e bravura. Cantavamo, in gregoriano, tutte le novene di S.Maria di Merino e tutte le altre funzioni liturgiche. Come eravamo orgogliosi di appartenere a quel gruppo!
Riportai gli occhi sulla fotografia e, come per magia, accostati ai volti degli altri cantori, ricordai i loro nomi: Michele, Antonio, Paolo, Nicola, Franco… tutti, insomma, e alcuni dei quali non ho più rivisto.
Come era bella e fervente l’attività parrocchiale che don Antonio aveva instaurato nella sua chiesa! Recite, giochi, gare di ogni genere, proiezioni di filmini, doposcuola, esercizi spirituali e impegno, e il nostro parroco, con il suo carisma, riusciva a tenerci tutti intorno a lui. Ancora oggi, dopo tanti anni, ricordo la sua figura esile muoversi in mezzo a noi, chierichetti e cantori, sempre pronto a guidarci, a pungolarci, a consolarci, a lodarci e a rimproverarci anche. Come fu brutto per me quel giorno in cui mi comunicò che non potevo più far parte del gruppo dei cantori! Mi disse: “Senti Pinuccio, ma perché hai cambiato così presto la tua voce? Ora non è più bianca e quindi non puoi più essere uno del coro!”. Mi vide molto triste, dopo la sua decisione, e allora fu subito pronto a consolarmi: “Non ti preoccupare! Resterai sempre nell’ambito musicale, perché ti insegnerò a suonare l’armonium!”. Ma non fece in tempo! … la morte lo colse molto presto, e fummo in tanti, quel brutto giorno, a piangere la sua dipartita.