La giovinezza della santità

Nel suo diario, il Servo di Dio don Antonio Spalatro più volte richiama alla giovinezza come espressione di santità e più volte chiede al Buon Dio “Signore conservami un cuore sempre giovane” (7 luglio 1947 – 12 dicembre 1948).

Nell’antica liturgia della Santa Messa, il sacerdote inchinato davanti all’altare del Signore iniziava la Santa Celebrazione con queste parole “Introibo ad altare Dei, ad Deum qui laetificat Iuventutem meam” (Vengo all’altare del Signore che rallegra la mia giovinezza). Subito dopo, riconoscendo le proprie miserie umane, chiedeva perdono a Dio e ai fratelli invitandoli a fare la stessa cosa e sottolineando così che Dio ci rinnova nella santità e ci concede il perdono dei peccati e al tempo stesso solo Lui ci rende giovani nel cuore e desiderosi di vivere la realtà umana evitando il peccato e disponendoci al bene di tutti. Quando Dio è con noi, tutto diviene canto, letizia, festa perché è Dio la radice di ogni felicità, la gioia suprema, la pienezza della pace.

Come ha vissuto don Antonio Spalatro la sua giovinezza spirituale?

Intanto è evidente che non ha conosciuto l’età anziana dal punto di vista anagrafico, avendo concluso questa vita terrena a soli 28 anni, quindi ancora molto giovane. La sua santità e la sua giovinezza spirituale rendevano ancora più bella e vivace la sua giovinezza fisica. Chi infatti è decisamente orientato alla santità non vive mai in modo stanco la sua età anagrafica, anche quando questa è evidentemente avanti negli anni. In più, il suo programma pastorale – pur non escludendo le altre varie fasce di età e situazioni di bisogno per cui spese gran parte delle sue forze – era soprattutto rivolto ai giovani: istituì la Schola Cantorum di voci bianche, il catechismo parrocchiale per i bambini e i ragazzi che si preparavano alla Prima Comunione o alla Cresima, e non solo per quelli. Istituì anche l’associazione della Dottrina Cristiana per una formazione spirituale che potesse andare anche oltre la catechesi sacramentaria. Andò alla ricerca spasmodica e senza sosta dei ragazzi e dei bambini e li tenne accanto a sé insegnando loro il servizio liturgico all’altare e proponendo attività di recitazione. Visse dunque la sua dimensione sacerdotale giovanile in gran parte con i giovani. È proprio l’anelito profondo a vivere la santità come meta, e anche come forza per la vita di ogni giorno, a dargli il desiderio e la spinta più grande per essere sempre ed ogni giorno Giovane.

Il papa San Giovanni Paolo II rivolgendosi ai giovani nella Giornata Mondiale della Gioventù del 2002 a Toronto li esortava «Fate risplendere la luce di Cristo nella vostra vita! Non aspettate di avere più anni per avventurarvi sulla via della santità! La santità è sempre giovane, così come eterna è la giovinezza di Dio».

Parlare di santità oggi non è sempre un’azione così ovvia e immediata. «I percorsi della santità sono personali, ed esigono una vera e propria pedagogia della santità» (Novo Millennio ineunte, Giovanni Paolo II). Il mondo di oggi con le sue idee, i suoi programmi, lo sviluppo e le conquiste tecnologico-scientifiche, è più che mai lontano dal pensiero della santità. I primi a essere vittime di questi nuovi ritmi sono spesso i giovani che già vivono per la loro natura giovanile la fragilità tipica dell’età. E anche il linguaggio, gli atteggiamenti, la mentalità, l’ambiente stesso dei giovani, spesse volte non hanno nulla a che vedere con i discorsi e i cammini di santità.

La cultura odierna è in genere veramente lontana dal mondo della fede e ancor di più dall’idea della santità. Ma anche oggi la santità non è impossibile e proprio il mondo giovanile può essere testimonianza e al tempo stesso mezzo di santità. Madre Teresa di Calcutta amava sapientemente affermare «I tempi difficili possono rivelarsi i tempi più evangelici». Vogliamo allora raccogliere questa sfida e proporre in alternativa il difficile ma possibile cammino di santità per superare le tante rughe del nostro tempo e mostrare sorridenti i segni di una giovinezza che ci prende e ci rende tali per sempre?

Il Servo di Dio don Antonio Spalatro ci sorrida in questo nostro desiderio che dovrà diventare impegno e preghiera e ci sostenga soprattutto quando maggiori diventano la stanchezza e la sfiducia.

don Tonino Baldi 

 

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